Nella storia, come nel giornalismo e nell’ambito degli studi scientifici, l’uso dei GIS sta avendo una grande diffusione; sono,infatti, ormai diventati uno strumento utilissimo per studiare, comprendere e analizzare in modo approfondito la diffusione del pregiudizio razziale negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Nello specifico, di questa importante applicazione dei sistemi informativi geografici ne parla Sarah Bond, storica della scienza, umanista digitale e professoressa nel Dipartimento di Studi Classici presso l’Università dello Iowa, in un articolo apparso sull’autorevole sito di Forbes. Da questo suo articolo, frutto di studi lunghi e approfonditi, emerge che grazie ai GIS è possibile portare avanti cinque progetti per analizzare la diffusione del pregiudizio razziale.
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Grazie alle mappe, utilizzate per studiare fenomeni appartenenti a diversi ambiti, è infatti possibile avere una visione più approfondita della disuguaglianza non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo.
Capire dove avvengono episodi che scaturiscono dalla triste diffusione del pregiudizio razziale può essere il punto di partenza per analizzare meglio il fenomeno e cercare, se non di risolverlo, dato l’eccessivo dilagare, almeno di arginarlo nei limiti del possibile.
Dunque, vediamo insieme, di seguito, alcuni dei progetti che utilizzano l’analisi spaziale per fare emergere i pregiudizi storici e attuali che le persone di colore sono costrette ad affrontare ogni giorno, non potendo, a causa di ciò, vivere una vita con pari diritti e dignità dei bianchi.
Primo progetto: mappe sul linciaggio delle persone di colore e iniziative per l’uguaglianza della giustizia
Un primo importante progetto che viene portato avanti,grazie ai GIS, già da diverso tempo negli Stati Uniti, paese particolarmente soggetto ad episodi di violenza, e che potrebbe essere avviato allo stesso modo anche in Italia e nel resto del mondo, riguardala realizzazione di mappe che ricostruiscono i linciaggi che hanno subito negli anni le persone di colore e le conseguenti iniziative, se ve ne sono state nei diversi specifici casi che variano da paese a paese, che sono state adottate per diffondere azioni che favoriscano l’uguaglianza della giustizia per tutti i cittadini, al di là del colore della pelle o delle differenze di religione.
Qualche anno fa, esattamente nel 2015, il New YorkTimes ha promosso la diffusione dei dati sui linciaggi storici raccolti dallaEqual Justice Initiative (EJI) dal 1877 al 1950 in dodici Stati del Sud. L’importante giornale statunitense studiò questi dati e presentò una mappa, realizzata grazie ai sistemi informativi geografici, di tutti i casi noti. Da queste mappe è emerso che vi furono nel periodo suddetto un elevato numero di linciaggi, in particolare in Arkansas e Louisiana, e ciò ha contribuito a mettere in luce un passato molto doloroso. L’EJI, a distanza di poco tempo, ha così annunciato l’intenzione di costruire un museo nazionale a Montgomery, in Alabama, sui linciaggi avvenuti in passato, in modo da sensibilizzare verso questo problema proprio quel territorio che è stato un famoso sito di aste di schiavi. Si tratta, quindi, di un’iniziativa molto importante per portare avanti il triste ricordo di quei terribili episodi.
Secondo progetto: una mappa sulla segregazione razziale scolastica realizzata dall’Urban Institute
Un secondo importante progetto, anch’esso nato negli Stati Uniti, ma applicabile nel resto del mondo, riguardala realizzazione da parte dell’Urban Institute di una mappa che mette in luce il grave problema della segregazione razziale scolastica, fenomeno purtroppo ancora molto diffuso in alcune aree del mondo.
A partire dal 2014, gli studenti di colore hanno superato il numero di quelli bianchi all’interno delle scuole pubbliche degli Stati Uniti. L’Urban Institute, grazie ai dati raccolti da altre organizzazioni governative attraverso i GIS, ha rivelato che sono ancora presenti forti pregiudizi come nel passato. Gli studenti neri sono altrettanto segregati oggi come lo erano verso la fine degli anni ’60, quando fu avviato, attraverso una legge sui diritti civili, un piano di desegregazione.
Terzo progetto: mappatura delle prassi razziste a St. Louis
Un terzo progetto è stato avviato dall’Università dell’Iowa. Lo storico Colin Gordon e il team costituito dagli studiosi delle biblioteche dell’Università dello Iowa hanno creato delle mappe interattive riguardanti una serie di prassi e di fenomeni fortemente razzisti avvenuti nella città di Saint Louis durante il XX secolo. In particolare, una mappa denominata “Razza e proprietà”, realizzata grazie ai documenti conservati nelle biblioteche, mostra le zone in cui nel 1916, a causa di un’ordinanza cittadina, era fatto divieto alle persone di colore di abitare e acquistare una casa.
Quarto progetto: mappatura delle violenze perpetrate dalla polizia
Il quarto progetto riguarda la realizzazione di una mappa riguardante le violenze perpetrate dalla polizia sulle persone di colorenegli Stati Uniti.
Sono, dunque, stati raccolti e documentati tutti i casi di violenza e di uccisioni di persone di colore da parte delle forze dell’ordine, soprattutto nella zona di Saint Louis, di Buffalo e di Newark. Uno dei risultati più importanti di questo studio consiste nel fatto che i tassi di criminalità presenti in queste zone erano bassi e quindi non tali da giustificare la diffusione delle violenze da parte della polizia.Questo ha subito fatto scattare il sospetto che questi fenomeni siano stati legati a forti pregiudizi razziali particolarmente diffusi in quelle zone.
Quinto progetto: mappatura della disuguaglianza nella distribuzione dei servizi finanziari
Un quinto progetto di studi umanistici digitali avviato dall’Università di Richmond mira a mettere in evidenza, attraverso le mappe, la triste prassi riguardante la negazione dei servizi finanziari alle persone di colore in America negli anni Trenta e Quaranta. Negli anni ’30, infatti, in molte città americane si utilizzavano criteri razziali per classificare i rischi di prestito e assicurazione. Vi era, quindi,una forte disuguaglianza nella distribuzione dei suddetti servizi. In merito al fenomeno è possibile sfogliare oltre 150 mappe interattive e circa 5.000 descrizioni di singole aree per avere una visione della diffusione del razzismo nell’America della Depressione.
Questi sono solo alcuni dei progetti che utilizzano i dati geografici per visualizzare il razzismo negli Stati Uniti. Altri progetti potrebbero, infatti, essere avviati a breve per poi essere applicati in tutto il mondo.