Un altro passo avanti per la fotogrammetria con drone. Attraverso la fotogrammetria è possibile acquisire dei dati metrici di un oggetto, per mezzo dell’acquisizione e dell’analisi di una coppia di fotogrammi stereometrici. A prima vista lo si può liquidare come un aggiornamento non di rilievo della fotogrammetria UAS e UAS Lidar, ma non è così.
La mappatura digitale è stata completamente rivoluzionata dall’arrivo di droni o UAV (aeromobili a pilotaggio remoto) più economici rispetto al passato e sistemi di fotocamere leggeri e al tempo stesso ad alta risoluzione. L’open source è un altro fattore che gioca a favore di questi droni, che con l’avanzare e l’affinarsi della tecnologia si fanno sempre più capaci.
Acquistare un drone con un sistema di telecamere professionale, insieme al corrispondente software di gestione dei voli e di elaborazione dei dati comporta però un impiego di risorse non certo indifferente, ma c’è il vantaggio che il ROI è relativamente breve, e anche la curva di apprendimento e il rischio di investimento si presenta gestibile.
Le tradizionali imprese di rilevamento e di mappatura del territorio sono concordi nel dare alla fotogrammetria UAS un giudizio positivo, considerandola come l’evoluzione naturale del loro tradizionale modello di business.
È certo quindi che questa sarà la tecnologia del futuro. Il prossimo passo è renderla un sistema perfettamente integrato e sicuro. In questa ottica, bisogna essere consapevoli della necessità di ridurre al minimo il rischio di fallimento, puntando su istruzione e formazione ai massimi livelli.
Il crash di un sensore lidar e del drone che lo implementa, infatti, rappresenterebbe una perdita significativa per qualsiasi compagnia.
Solo poche aziende di mappatura tramite fotogrammetria UAS, inoltre, possono permettersi di investire sul lidar UAS. Altre, per poter adeguarsi, dovranno modificare il loro modello di business.