Le locuste rappresentano un problema per l’agricoltura fin dalla notte dei tempi. Insieme alle cavallette, le troviamo tra le piaghe di cui parla la Bibbia.
Da questo si può capire quanto il problema sia antico, e anche fino a che punto possa essere fastidioso e grave, con effetti che colpiscono l’agricoltura e l’alimentazione di migliaia di persone, tanto da essere considerato una piaga.
Nelle nostre città il problema non è tanto sentito, ma l’invasione delle locuste è vista come una possibilità lontana; lo stesso non si può certo dire di zone come l’Africa, in cui può segnare la differenza tra morire di fame o avere cibo a sufficienza.
Per fortuna, i passi avanti della tecnologia aiutano anche in questo campo; e in questo caso è proprio la tecnologia geospaziale a venire in soccorso.
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Strumenti geospaziali, dati satellitari e locuste
Se il 2020 a livello mondiale è l’anno del covid 19, in paesi come Kenya, Sud del Sudan e Somalia c’è un nemico in più, le cavallette.
L’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite ha messo a punto degli strumenti che si pongono l’obiettivo di monitorare e prevedere gli spostamenti delle cavallette prima che possano creare danni irreparabili ai raccolti.
Tra questi strumenti c’è eLocust3, un’applicazione per telefoni cellulari che rende possibile trasmettere agli utenti dati di chat georeferenziati come forma di monitoraggio di gruppo. I dati provenienti da strumenti compatibili includono eLocust3g, un dispositivo GPS che fornisce rapporti sulle locuste e lo stadio di sviluppo o trattamento in aree specifiche.
Grazie a questo strumento è possibile la condivisione di dati inerenti le locuste nelle varie regioni, e anche creare mappe e valutazioni dettagliate sulla base della distribuzione spaziale di questi fastidiosi insetti, capendo se stanno migrando o se presentano alte probabilità di attaccare i raccolti.
Tra le altre tecnologie di cui si fa uso figurano droni UAV ad ala fissa e rotanti. Vengono utilizzate anche immagini satellitari, che includono sistemi supportati dalla NASA e dall’Agenzia spaziale europea (ESA) come il satellite Sentinel-2.
Infatti, il team SERVIR della NASA, che aiuta a creare una politica ambientale utilizzando immagini satellitari, intende aiutare i paesi dell’Africa orientale a sviluppare la politica agricola sulla base di dati utili rivelati dai satelliti, come le informazioni sulla vegetazione e sull’umidità del suolo, dal momento che la presenza di crescita della vegetazione e suoli umidi portano a una crescita più rapida e forte delle locuste.
Uso dei droni per monitorare e combattere gli sciami di locuste
I droni vengono usati non solo per identificare la posizione delle locuste, ma anche per attaccarle in maniera attive ad esempio con spray naturali o chimici, su aree mirate dove si teme, in base ai dati raccolti, un’invasione.
In più, i droni hanno dimostrato di essere efficaci nel fornire dati accurati in merito alla perdita di vegetazione facendo uso di dati multispettrali dai sensori utilizzati, che aiutano ad avvertire di ulteriori danni che potrebbero arrivare ad altre aree non ancora colpite dagli sciami di locuste.
Le metriche derivate da immagini multispettrali aiutano a misurare i danni delle locuste fornendo stime più accurate rispetto ad altre metriche, e anche più veloci, con notevole vantaggio per la prevenzione.
Conclusione
Le locuste mantengono la loro fama di piaga, soprattutto in Asia occidentale, Nord Africa e Africa orientale.
Uno sciame di locuste può comprendere anche qualcosa come 70 miliardi di insetti che rende possibile coprire un’area grande quasi quanto Roma.
Questi animali a prima vista possono sembrare molto simili alle cavallette, a cui in effetti assomigliano, ma in realtà il loro comportamento è molto diverso: dopo una prima fase solitaria, le locuste si organizzano in grandissimi gruppi e ognuna è più vorace, resistente e agguerrita dell’altra.
La locusta del deserto, ad esempio, volano ad una velocità di circa 16-19 chilometri orari.
Tutte insieme possono percorrere fino a 130 chilometri o più in un giorno e possono resistere in aria per lunghi periodi di tempo, attraversando senza difficoltà persino tratti come il mar Rosso.
Il cambiamento climatico è responsabile in gran parte delle più recenti invasioni di locuste che hanno interessato e ancora interessano l’Africa e l’Asia.
Trovare una soluzione è certamente prioritario.
Utilizzando una combinazione di monitoraggio satellitare e UAV, l’impatto delle locuste può essere ridotto al minimo anticipando dove è probabile che si formino gli sciami tanto pericolosi.