Il fenomeno migratorio in Italia rappresenta da tempo ormai un argomento spinoso su cui si confrontano praticamente tutti: dai politici ai semplici cittadini, dagli esperti nel settore a chi invece non ha assolutamente gli strumenti per potere affrontare la questione con cognizione di causa. L’argomento è molto importante perché coinvolge il paese sotto tanti punti di vista, in primis quello umanitario perché si propone la questione che riguarda la tutela di chi, a causa di motivi gravi, si ritrova ad imbarcarsi su mezzi di fortuna per cercare di giungere nel nostro paese, mettendosi nelle mani di spregiudicati scafisti che giocano con la vita umana. Qui entrano in gioco tanti pareri contrastanti: da un lato vi è chi vorrebbe a tutti i costi salvare le vite di questi uomini e donne in cerca di un futuro migliore, dall’altro vi è chi, invece, parla di difesa dei confini nazionali e non è disposto ad aprire i porti agli immigrati. Tale questione umanitaria diventa, dunque, argomento urgente nel dibattito politico, con idee e proposte ovviamente contrastanti a seconda degli schieramenti partitici.
In Italia risale alla scorsa estate, ed è quindi recente, l’episodio riguardante la nave appartenente all’ong Aquarius, che si trovava in acque maltesi e batteva bandiera di Gibilterra. Per questo il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, aveva chiesto al Regno Unito di assumersi la responsabilità di salvaguardare i naufraghi, mentre il vicepremier Matteo Salvini, aveva fatto sapere che la nave non avrebbe mai visto un porto italiano poiché si trattava di una nave di proprietà tedesca, noleggiata da Ong francese, con equipaggio straniero, in acque maltesi, battente bandiera di Gibilterra. Lo stesso Salvini, in un secondo caso, aveva fatto sapere di non essere disposto a far sbarcare sulle coste italiane gli immigrati: l’episodio risale anch’esso allo scorso agosto e riguardava la nave Diciotti, che attraccò poi a Catania mettendo in salvo gli immigrati raccolti al largo di Lampedusa; in questo caso il ministro leghista rimediò l’accusa di sequestro di persona su cui tutt’oggi indaga la procura di Agrigento. Ma in questo continuo valzer delle responsabilità arriva la notizia riportata da Il Sole 24 Ore, secondo la quale vi sarebbe stato un flop di rimpatri di migranti nel 2018 mentre i clandestini rimpatriati sotto la guida del ministro Minniti sarebbero stati molti di più. Fonti del Viminale, tuttavia, hanno fatto notare che ultimamente ci sono stati molti problemi imprevisti che hanno impedito le operazioni di rimpatrio, quindi il calo dei rimpatri non va attribuito ad una linea più morbida del governo giallo – verde.
Di certo c’è, al di là delle idee politiche, degli episodi che si sono succeduti, delle statistiche e delle opinioni comuni, che per gestire meglio il fenomeno migratorio in Italia è possibile usare validi sistemi di supporto decisionale, cosa che accade già in altri paesi e, in alcuni casi, anche per monitorare altri fenomeni.
Come si potrebbe gestire meglio tale fenomeno? Il governo, con il supporto della comunità europea, grazie a Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, potrebbe utilizzare nuove tecniche e tecnologie per avere il polso della questione migranti e riuscire a stabilire meglio in quali casi le ong sconfinano oppure no.
Si tratta, nello specifico, di sensori e immagini satellitari che, come riportato in un articolo del sito Gim International, dedicato a GIS e mappatura, vengono comunemente utilizzati per tenere traccia in tempo reale dei pescherecci in diversi paesi, in particolare in Argentina. Il nuovo sistema, denominato Guardacostas Pro, utilizza una combinazione costituita da immagini satellitari, raccolte tramite i GIS, ed elaborazione dei segnali, anch’essi ottenuti tramite i sistemi satellitari, per monitorare le imbarcazioni dedite ad attività illegali come il contrabbando di droga e il bracconaggio di pesce nelle acque della zona. Ciò ha come risvolto la creazione di apposite mappe costituite da immagini ad alta risoluzione che consentono il controllo elettronico del mare, permettendo alla guardia costiera di inviare le unità aeree e navali direttamente nei luoghi in cui le navi operano.
Il sistema Guardacostas Pro viene utilizzato dal Ministero della Sicurezza in Argentina che se ne serve per localizzare le sue unità operative attraverso telefoni cellulari, apparecchiature radio, veicoli con sensori di posizione e aerei di ricerca e soccorso.