Le mappe ci sono utili nella vita di ogni giorno. Non ci facciamo caso, ma ci serviamo delle mappe per pianificare viaggi, gite, itinerari, o, più semplicemente, per orientarci all’interno di una metropolitana. Mappe di planimetria degli uffici sono obbligatorie per poter sempre rendersi conto di dove ci si trova e dell’ubicazione delle uscite di sicurezza in caso di emergenza.
Qualcosa che diamo per scontato non lo è per le persone ipovedenti, che si trovano nella difficoltà di non potersi orientare attraverso l’uso delle mappe. Un problema che riguarda circa 285 milioni di persone in tutto il mondo. Per fortuna, un gruppo di scienziati e architetti sta lavorando a delle mappe speciali in grado di trasmettere informazioni attraverso il tocco e il suono. Vediamo più nel dettaglio questi progetti.
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Mappe per il transito
Il dott. Joshua Miele, scienziato dello Smith-Kettlewell Eye Research Institute di San Francisco, in collaborazione con LightHouse, un’organizzazione locale per non vedenti, si è servito di una stampante per goffratura per realizzare mappe tattili, a caratteri grandi e dotate di un componente audio: basta una smart-pen Livescribe, per toccare le icone a avere agevolmente tutte le informazioni che servono per orientarsi nel trasporto pubblico.
Miele, che ha perso la vista da bambino, ha preso come una missione impegnarsi nell’abbattimento delle barriere che incontrano ogni giorno le persone ipovedenti , concentrandosi in particolare nella realizzazione di mappe speciali, che fanno leva sulla cognizione spaziale, che le persone con disabilità visive possiedono. Ciò che si prefigge è anche rendere le persone ipovedenti consapevoli di questa tecnologia che può essere un prezioso aiuto, e che possano così far sentire la propria voce nel richiederla laddove assente. Miele si è reso conto che l’uso del Braille a volte limita l’efficacia di una mappa, poiché si presenta in una sola dimensione di carattere grande. Ed è proprio a questo punto che viene in soccorso il componente audio.
Le mappe contro le barriere
Il dott. Miele non è l’unico ad impegnarsi in questo campo. Il dott. Colleen Farmer, professore associato di Biologia evoluzionistica e organistica all’Università dello Utah, dopo aver partecipato ad un seminario per giovani studenti non vedenti chiamato Science Without Sight nel 2009, si è reso conto dell’importanza di intervenire. “Ho avuto un’epifania per cui la morfologia è una scienza ideale con cui i bambini ciechi possono interagire”, ha affermato “Molte scienze sono molto visive: hai bisogno di un microscopio o di un telescopio. Ma con la morfologia, puoi sentire.”
Farmer, quindi, ha iniziato a creare kit scientifici per studenti con problemi di vista K-12, in collaborazione con la National Federation for the Blind, utilizzando piani di lezione audio e Braille, modelli stampati in 3D di teschi e gusci di tartaruga, giochi e mappe tattili.
Una soluzione per l’architettura
L’architetto Chris Downey, dopo aver perso la vista a causa di un tumore, ha trovato nella grafica tattile la soluzione per non rinunciare al suo lavoro. Con una stampante per goffratura ha iniziato a fare stampe tattili di disegni.
Ora, Downey utilizza piani tattili nel suo studio di consulenza architettonica, Architecture for the Blind. Sta collaborando alla progettazione di un nuovo spazio per LightHouse, si occupa di problemi di accessibilità per BART e sta lavorando ai piani per il nuovo Transbay Transit Center e alla progettazione della piattaforma per il sistema di autobus rapido AC Transit.
“L’architettura è molto legata all’aspetto delle cose. Sono interessato a come viene vissuto un edificio quando lo tocchi con la mano.” ha dichiarato Downey. C’è da tenere conto del fatto che, leggendo con le dita, la prima cosa in cui ci si imbatte sono i dettagli . Ed è proprio i dettagli che l’architetto vede come punto di partenza. In un progetto per un’organizzazione no profit, ad esempio, Downey ha usato diversi tipi di pavimenti – sughero e cemento lucido – per aiutare gli ipovedenti a differenziare gli uffici dagli spazi comuni.
Conclusione
Sia Downey che Miele hanno messo in luce quanto siano stati importanti gli strumenti di navigazione basati su GPS come Google Maps, BlindSquare e Uber per mobilitare la comunità dei non vedenti. Ma entrambi si sono anche soffermati sull’importanza non sostituibile di una mappa fisica, e sull’urgenza di aumentare l’alfabetizzazione tattile tra le persone che soffrono di una disabilità di tipo visivo. Per mezzo di una mappa, infatti, è possibile ottenere una visione globale dello spazio che ci sta intorno e questo rende decisamente più facile orientarsi, soprattutto le volte successive che ci si ritrova in un determinato posto.