L’emergenza globale della pandemia da coronavirus COVID-19 ha portato a un notevole sforzo di tutti per prendere le misure atte a quantificare e a contenere la portata dell’emergenza. Anche Esri, leader globale in materia di GIS, ha voluto dare il suo contributo. Un contributo importante, dato che Esri ha messo a disposizione delle organizzazioni no-profit, in maniera gratuita, un pacchetto di dati, modelli e soluzioni per fronteggiare l’allarme COVID-19.
La piattaforma di Esri fornisce mappe, risorse e analisi per monitorare, prepararsi e rispondere al coronavirus. Attraverso sistemi di informazioni geografiche (GIS) e software di mapping, il Disaster Response Program (DRP) consente di prendere decisioni migliori in merito alla pandemia. E’ possibile avere in modo facile e veloce un’immagine istantanea delle aree a rischio e rendersi conto della capacità di risposta della propria organizzazione.
Il programma di risposta alle calamità di Esri lavora su più front, occupandosi di mappare i casi (casi confermati, decessi, guariti), mappare la diffusione così da rendersi conto di dove la situazione è più grave, mappare le fasce della popolazione più vulnerabili (come gli anziani e gli ammalati), mappare la propria capacità (strutture, risorse) di risposta all’emergenza, comunicare con le mappe, perché si sia informati sempre in tempo reale sull’emergenza.
In questa maniera è possibile rispondere non solo in modo reattivo, ma anche mantenere un contatto con le comunità vulnerabili, in modo che abbiano qualcuno a cui rivolgersi in caso di catastrofe.
Utilizzando la visualizzazione dei dati in mappe e dashboard, le organizzazioni no profit possono vedere le popolazioni interessate, condividere virtualmente le informazioni con le parti interessate e misurare l’impatto dei loro sforzi di risposta. Si può anche creare il proprio hub di risposta al COVID-19, con il modello di risposta di ArcGIS Hub, così da creare rapidamente un sito web che permetta i cittadini di avere informazioni sempre puntuali.
Uno strumento sempre utile
Si tratta di uno strumento che potrà essere utile non solo per il coronavirus, ma anche in futuro, sperando ovviamente non ce ne sia bisogno. Il Disaster Response Program, inoltre, viene in soccorso anche in caso di calamità quali terremoti, inondazioni, uragani, tornado, incendi boschivi.
“Con questo strumento possiamo garantire che le organizzazioni no profit abbiano le soluzioni che consentiranno loro di individuare e servire le popolazioni vulnerabili, comprendere la diffusione delle malattie, misurare l’efficacia delle loro risposte e coinvolgere le loro comunità”, ha dichiarato Jack Dangermond, fondatore e presidente di Esri. “La nostra azienda è stata fondata come no profit e quindi condividiamo un profondo impegno per gli obiettivi e la missione perseguiti da queste organizzazioni”.
Non è la prima volta che i software Esri si rivelano molto utili per le organizzazioni no profit.
L’azienda ha supportato oltre 10.000 organizzazioni senza scopo di lucro e tutte le loro esigenze organizzative, , attraverso il programma no profit Esri, lanciato nel 2010, consentendo ad esse di portare avanti le loro missioni con dati e strumenti.