Le eruzioni vulcaniche rappresentano un pericolo costante per quelle popolazioni che vivono a ridosso di vulcani ancora attivi.
Per cercare di tenere sotto controllo tali fenomeni naturali si sono percorse diverse strade in passato, non tutte però efficienti al 100%.
Oggi la situazione è davvero cambiata, tanto che ci si avvale di strumenti complessi e completi che sono in grado di garantire ottimi risultati in questo ambito.
Infatti, grazie a nuovi sensori e mappature, è finalmente possibile prevedere e tracciare le eruzioni vulcaniche.
Un esempio valido di questo tipo di studio viene da un gruppo di cinque volontari che, avvalendosi di droni, sistemi di sensori avanzati e tecnologie GIS, si sono occupati di raccogliere informazioni sul vulcano Kilauea situato sull’isola Hawaii, la più estesa dell’omonimo arcipelago, durante un’eruzione.
La notizia è apparsa sul sito GPS World ed è stata scritta da Tracy Cozzens, esperta nel campo dei sistemi informativi geografici. Ma ciò che è accaduto con il vulcano Kilauea è applicabile anche a tutti gli altri vulcani che destano particolare preoccupazione per la natura pericolosa delle loro eruzioni.
Usando i droni insieme a nuovi sensori in grado di registrare in maniera precisa la qualità dell’aria, strumenti avanzati di immagine e analisi e mappature spaziali fornite dalla tecnologia di Esri, un team di ricerca, insieme a robot specializzati per il salvataggio assistito, può fornire viste aeree dell’eruzione in tempo reale. Le informazioni e le immagini recuperate in tal modo possono essere immediatamente trasmesse ai centri di ricerca, alla protezione civile e agli organi di governo interessati.