Il telerilevamento satellitare è uno strumento fondamentale per monitorare gli incendi nelle aree verdi del pianeta ma, in tempi molto recenti, sono stati messi in evidenza gli indiscutibili limiti del telerilevamento satellitare a grana grossolana.
Le emissioni di gas serra provocate dai grandi incendi costituiscono infatti una percentuale gigantesca del totale delle emissioni inquinanti nell’atmosfera terrestre, ma è stato recentemente dimostrato che la situazione reale è molto più grave di quella descritta dai dati ottenuti attraverso sistemi di telerilevamento tradizionali: ottenere volumi di dati più aderenti alla realtà dei fatti non è soltanto auspicabile, è assolutamente necessario per gestire il riscaldamento globale.
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Perché l’Africa Subsahariana brucia?
L’Africa Subsahariana comprende la maggioranza del continente africano, e corrisponde alla parte di continente che si estende a Sud rispetto al deserto del Sahara. Nell’Africa Subsahariana si estendono le gigantesche foreste che costituiscono il secondo polmone verde della terra dopo la foresta amazzonica e che sono considerate un preziosissimo scrigno di biodiversità. Non bisogna inoltre dimenticare che all’interno delle foreste del continente africano vivono ancora popolazioni indigene che conducono una vita simbiotica con il loro ambiente.
Purtroppo negli scorsi anni, soprattutto intorno al 2019, è apparso chiaro che l’Africa Subsahariana stava bruciando, esattamente come l’Amazzonia e la Siberia e, anzi, a un ritmo ancora più preoccupante.
Una certa percentuale degli incendi che si sviluppa nelle foreste è di origine prettamente naturale, ed è causata dalla combinazione di sole, terreno particolarmente secco e vento. Una percentuale molto consistente, però, vede nell’opera dell’uomo la sua causa principale. Gli agricoltori africani, infatti, adoperano ancora la tecnica del taglia e brucia per strappare alle foreste aree coltivabili.
Secondo la cultura locale infatti la cenere derivata dalla combustione degli alberi è in grado di rendere il terreno più fertile ed è quindi in grado di rendere più redditizie le successive attività di coltivazione.
Gli incendi a fini agricoli naturalmente sono controllati dagli agricoltori, che prendono misure precauzionali di vario tipo per limitare e controllare la propagazione del fuoco. Com’è facile immaginare, tali misure di controllo spesso risultano insufficienti e gli incendi finiscono per divampare in vaste aree boschive.
Anche quando gli incendi di origine umana vengono controllati correttamente, emettono comunque nell’atmosfera grandi quantità di gas serra, ma finora non era stato possibile quantificare con esattezza l’impatto ambientale dei piccoli e micro incendi.
I limiti del telerilevamento satellitare nel monitoraggio degli incendi boschivi
I dati derivati dal telerilevamento satellitare condotto negli scorsi anni hanno messo in evidenza che l’Area Bruciata (BA, ovvero Burnt Area) che si genera ogni anno dagli incendi che divampano in varie zone del globo ha in media un’estensione simile all’estensione dell’Europa.
Questi dati però sono stati recentemente messi in discussione: è stato dimostrato che la risoluzione delle immagini satellitari non è in grado di rilevare i piccoli incendi.
Nello specifico, quando una stessa area è stata fotografata con una risoluzione di 20 m e non di 500 m, come avveniva finora, si è scoperto che l’Area Bruciata nell’Africa Sub Sahariana è dell’80% più vasta di quanto si credeva.
Questa enorme discrepanza di dati deriva dal fatto che i micro incendi, ovvero quelli che occupano solo una frazione di pixel, non vengono riconosciuti come BA dai sistemi di telerilevamento normalmente utilizzati.
I piccoli incendi, cioè gli incendi che si estendono per un’area inferiore al chilometro quadrato, rappresentano il 41% della BA totale dell’Africa Subsahariana, ma con il telerilevamento classico venivano quantificati come solo il 5% del totale. Da questi dati appare evidente quanto siano imprecisi i dati di telerilevamento satellitare classico quando questa tecnica viene utilizzata in relazione al rilevamento e al controllo degli incendi.
Il vero impatto ambientale degli incendi in Africa Subsahariana e l’importanza dell’evoluzione del telerilevamento satellitare
I sistemi di telerilevamento satellitare a risoluzione maggiore hanno consentito di ricalcolare l’impatto ambientale degli incendi in Africa Subsahariana e di evidenziare una situazione davvero preoccupante.
I calcoli aggiornati, che prendono in considerazione i dati ottenuti con i sistemi di telerilevamento ad alta risoluzione, stimano che gli incendi che si sviluppano in Africa Subsahariana sono responsabili del 14% delle emissioni globali di anidride carbonica dovute alla combustione di combustibili fossili.
Le nuove stime differiscono enormemente dalle stime eseguite negli scorsi anni: le differenze variano dal +31% al +101% di emissioni di gas serra a seconda delle varie aree analizzate.
Solo a partire da dati certi, accurati e il più possibile corrispondenti alle reali condizioni del sistema esaminato è possibile prendere decisioni informate nel delicatissimo ambito della gestione dell’emergenza climatica.In questo contesto è sempre più evidente quanto l’utilizzo di sistemi di telerilevamento aggiornati sia fondamentale per la valutazione su larga scala dell’impatto ambientale generato dalle attività umane, ed è sempre più evidente che la gestione delle principali emergenze ambientali del nostro tempo non possa prescindere dalla tecnologia GIS, che sta dimostrando un’enorme versatilità di utilizzo anche in ambiti apparentemente lontanissimi, come il settore agricolo.