A livello internazionale i paesi più sviluppati stanno portando avanti una strategia governativa che prevede un canale di comunicazione sempre aperto tra il mondo dei GIS e quello dei Big Data ovvero dell’insieme delle tecnologie e delle metodologie che consentono di analizzare i dati massivi che provengono da diversi settori.
Per essere all’avanguardia, in Italia, il governo dovrebbe prendere in considerazione tutti i tipi di dati che utilizza, pubblici, privati e ibridi, e in questo modo formare la sua nuova strategia nazionale.
Questo tipo di strategia potrebbe essere facilmente applicabile considerato che stiamo vivendo un’epoca d’oro dei dati; ci sono infatti più informazioni disponibili che mai. Di conseguenza, il governo dell’Italia dovrebbe dipendere sempre più dai Big Data per affrontare le sfide della società. I dati stanno trasformando la società, gli affari e l’economia, se il governo non riesce a usare le informazioni in modo efficace non sarà più in grado di portare avanti un sistema organizzativo e strutturale efficace.
Diventa quindi fondamentale attuare un processo sempre più aperto finalizzato alla raccolta dei Big Data, soprattutto attraverso i mezzi tanto efficaci messi a disposizione dai GIS. Un esempio valido è rappresentato dalla cooperazione tra OSINT e GIS, che è in grado di determinare una approccio aperto all’analisi dei dati geospaziali che possono poi confluire insieme ai tanti altri dati raccolti a livello nazionale.
Inoltre occorre che le nostre città siano sempre più all’avanguardia e perché ciò avvenga è necessario progettare delle vere e proprie smart cities affidandosi a importanti strumenti quali IOT, GIS e BIM. Le smart cities, infatti, raccolgono una grande quantità di dati.
Inoltre è necessario che questa strategia nazionale per l’Italia dia la priorità alla trasparenza dei dati aperti, con un accesso illimitato a tutte le forme di Big Data, sia pubbliche che private o una mescolanza dei due; ciò è essenziale per una democrazia sempre più solida.